Disturbo da stress post-traumatico (PTSD)
Si tratta di un disturbo che sopraggiunge dopo l’esposizione a eventi e a esperienze traumatiche di vario tipo, vissute sulla propria pelle o a cui si assiste direttamente mentre accade ad altri oppure di cui si viene a conoscenza e che riguarda una persona cara (ad esempio, morte reale violenta e accidentale); può anche riguardare l’esposizione diretta ai dettagli duri dell’accaduto. Stiamo parlando di morte reale (violenta e accidentale) di una persona cara, minaccia di morte per sé o per altri importanti per noi. Per fare alcuni esempi, rientrano tra questi eventi la violenza sessuale, le lesioni gravi lesione, gli eventi naturali (terremoti, inondazioni, ecc.) gli incidenti aerei, gli attacchi terroristici, gli stermini di massa, le guerre, i bombardamenti e i lutti traumatici. Per fare un esempio noto, è il disturbo spesso riportato dai reduci di guerra e di cui, fino a pochi anni fa, si sapeva poco per cui restava incurato (si pensi ai film sui veterani del Vietnam).
La persona che ne è affetta ha continui flashback in cui si comporta come se l’evento si stesse manifestando in quel momento, ricordi intrusivi, sogni ricorrenti sul tema; soffre molto quando è esposta a fattori scatenanti interni (pensieri, ricordi, sentimenti) o esterni (luoghi, persone, situazioni, ecc.) che ricordino o rappresentino l’evento e infatti fa di tutto per evitarli.
Tra gli altri segnali che stanno ad indicare la presenza di una traumatizzazione, troviamo l’alterazione degli stati di arousal (attivazione) di tipo fisiologico, emotivo e comportamentale. Cioè, se in condizioni normali il nostro organismo ha la possibilità di reagire a stimoli di ogni genere aumentando la frequenza cardiaca, il ritmo del respiro, ecc. (ad esempio, se dobbiamo fuggire da un pericolo), in condizioni alterate reagisce, ad esempio, bloccandoci, impedendoci di fuggire, facendoci svenire.